Domori Spa Trionfa al Premio Innovazione SMAU 2024: Un Nuovo Approccio alla Gestione dei Pagamenti
Innovazione e Tradizione nel Settore del Cioccolato di Alta Gamma Domori Spa, una delle aziende più rinomate nel settore del
Chris van Tulleken, medico e ricercatore britannico, non ha mezzi termini nel descrivere i cibi ultraprocessati: “Non alimenti, ma sostanze create per prendere soldi e trasferirli all’industria alimentare.” Questa definizione incisiva prefigura un futuro allarmante per la dieta mediterranea, minacciata dall’espansione inarrestabile di questi prodotti.
Nel suo bestseller Cibi ultra processati, van Tulleken esplora come il cibo italiano, emblema di qualità e tradizione, stia cedendo il passo ai cibi ultraprocessati. La pizza, simbolo della convivialità italiana, è oggi spesso ridotta a un prodotto industriale carico di sostanze chimiche, sale, grassi e zuccheri, progettato per creare dipendenza e massimizzare i profitti delle grandi aziende alimentari.
Il problema è particolarmente acuto in paesi come il Regno Unito, dove gli alimenti ultraprocessati costituiscono il 60% delle calorie ingerite. Questo eccesso ha gravi ripercussioni sulla salute pubblica, portando a malattie come il cancro, problemi metabolici, demenza e obesità. Le industrie alimentari non si preoccupano del benessere dei consumatori, ma mirano esclusivamente al profitto.
Van Tulleken evidenzia come questi cibi contengano grassi saturi e additivi che possono alterare il microbioma intestinale e spesso includono molecole mai consumate prima nella storia dell’umanità, creando una sorta di esperimento pericoloso. Il cibo non è più un elemento di nutrimento e condivisione, ma un mezzo per generare profitti, indipendentemente dai danni causati.
In Italia, i cibi ultraprocessati rappresentano il 25% delle calorie consumate, meno che nel Regno Unito, ma la tendenza è in crescita. L’espansione di catene come Starbucks e KFC è un segnale del crescente attacco delle multinazionali alimentari. Van Tulleken esprime la sua preoccupazione per il futuro della cucina italiana, sottolineando la necessità di proteggere la dieta mediterranea.
In una recente intervista con La Repubblica, van Tulleken esorta i consumatori a diventare più consapevoli e a leggere attentamente le etichette dei prodotti. Propone anche misure come tassare i cibi nocivi, vietarne la pubblicità e introdurre etichette chiare per proteggere i consumatori, seguendo l’esempio di alcune nazioni sudamericane. “Il mio fine egoistico è salvare la cucina italiana, che amo. So che gli italiani lo vogliono,” dichiara van Tulleken, evidenziando l’urgenza di questa battaglia contro i cibi ultraprocessati.